Se prendiamo una confezione di un prodotto alimentare, spesso, ci troviamo circondati da diverse icone e simboli che non sappiamo interpretare, vuoi conoscere il significato di tutti i simboli? Allora seguimi!
Pittogrammi, icone e simboli, sono sempre più numerosi sui packaging alimentari. Quando il consumatore si trova al supermercato, è letteralmente invaso da un grande numero di informazioni e di simboli, talvolta anche ambigui.
Nei prossimi giorni seguiranno una serie di articoli, che spero proprio aiutino a fare chiarezza. In questo modo la prossima volta che farete spesa, sarà più facile comprendere ciò che il packaging tenta di comunicarvi
Simbolo Biologico
La normativa europea di riferimento è il regolamento (CE) n. 834/2007 del Consiglio e il regolamento (CE) n. 889/2008 della Commissione.
L’obiettivo delle disposizioni è quello di assicurare che i prodotti siano ottenuti senza l’utilizzo di sostanze chimiche di sintesi e senza l’uso di organismi geneticamente modificati (OGM).
Il logo può essere utilizzato:
- solo sui prodotti che contengono almeno il 95% di ingredienti biologici e che inoltre rispettano condizioni rigorose per il restante 5%. Lo stesso ingrediente non può essere presente in forma biologica e non biologica.
Il logo non può essere utilizzato:
- Il logo biologico dell’UE non deve essere utilizzato nel caso di prodotti e alimenti contenenti meno del 95% di ingredienti biologici.
- I prodotti della caccia e della pesca di animali selvatici non sono considerati
produzione biologica e non possono recare il logo dell’UE.
Accanto al logo biologico dell’UE deve essere indicato un numero di codice dell’organismo di controllo, nonché il luogo in cui sono state coltivate le materie prime agricole che compongono il prodotto.
Simbolo Vegan
Se vi è mai capitato di soffermarvi su questo settore, avrete notato che esistono diversi simboli per il settore Vegan. Questo perché la legge ancora non è molto chiara, non c’è una normativa europea, di conseguenza c’è confusione.
Prima di tutto una distinzione importante, da rendere nota, è quella tra la certificazione e il marchio. Conoscete la differenza?
Un marchio è semplicemente un simbolo che si ottiene tramite un autocertificazione a pagamento nel rispetto della normativa Europea UNI EN ISO 14021. Quindi l’azienda che utilizza il marchio è responsabile civilmente e penalmente nel rispetto di tale normativa.
La certificazione vegan ha invece un disciplinare molto più rigido: l’attestato è rilasciato da un organismo terzo, che dopo una serie di controlli garantisce la conformità del prodotto a determinati standard qualitativa. La responsabilità in questo caso non è solo dell’azienda, ma anche in capo all’ente certificatore.
Sebbene esistano pertanto differenze anche significative tra i diversi marchi, alcuni elementi sono ovviamente comuni. Tra essi ricordiamo:
- l’assenza di ingredienti di origine animale che contraddistingue tutti i prodotti Vegan e che è conseguenza del rifiuto di ogni forma di sfruttamento e uccisione degli animali, il principio di ispirazione alla base della filosofia vegan (applicabile non solo agli alimenti).
- il divieto all’utilizzo di sostanze e materiali ottenuti o derivati da OGM (sia di origine animale che vegetale).
- la predisposizione di specifiche procedure per il prodotto vegano, relative all’approvvigionamento delle materie prime, qualifica fornitori, valutazione del rischio per il pericolo di contaminazioni con prodotti/ingredienti convenzionali, ecc.
Halal
Halal” è un termine arabo che significa “lecito” o tutto ciò che è permesso secondo l’Islam, il contrario di ciò che è “haram”, “proibito”.
La certificazione “Halal” serve ad attestare che i prodotti delle filiere agroalimentari, dei cosmetici, dei prodotti chimici e farmaceutici, dei prodotti per la cura del corpo e della salute, del settore finanziario e assicurativo, i processi industriali, di trasformazione, compreso la certificazione del packaging, siano conformi alle norme etiche ed igienico sanitarie, della legge e della dottrina dell’Islam.
Per poter definire un prodotto “Halal” è necessario ottenere l’apposita certificazione da uno degli enti accreditati italiani. La quale viene rilasciata sul rispetto di un disciplinare emesso dal Comitato Etico di Certificazione Halal della CO.RE.IS (DTP HLL 02) e di procedure standard omologate dalla società Halal Italia.
In genere, tutti i cibi sono Halal salvo quelli indicati come Haram. Ad esempio, tutti i cibi di origine vegetale sono Halal.
Alimenti HALAL:
- Piante, Frutti, Vegetali e Semi
- Cereali
- Legumi
- Sono leciti tutti i pesci dotati di squame: trote, salmoni, tonni, triglie, carpe, merluzzi, naselli, gamberi, alici, spigole… Per essere considerata Halal, la creatura acquatica deve essere tolta dall’acqua ancora viva, ma non ha alcuna importanza il metodo di pesca che viene utilizzato.
- animali domestici: cammelli, mucche, pecore e capre.
- uccelli: polli, galli e galline, tacchini, oche, anatre, capponi, pernici, quaglie, faraone, piccioni, allodole, uccelletti, fagiani, struzzi..
Per la carne, tuttavia, ci sono requisiti molto più severi. Alcune carni specifiche sono considerate come Haram (ad es. il maiale ed i suoi derivati); altre sono Halal se i principi della macellazione Halal sono rispettati.
Tali principi possono essere definiti secondo le seguenti modalità:
- Il benessere degli animali
- Gli animali devono essere vivi presso il macello
- I macellai musulmani devono pronunciare il nome di Dio prima della macellazione
- La macellazione deve essere eseguita nel modo più umano possibile
- Il sangue è Haram, di conseguenza va eliminato dalla carcassa
- La carne dovrà essere manipolata con la massima cura per evitare la contaminazione incrociata con prodotti Haram.
Se uno qualsiasi di questi principi è compromesso, la carne sarà considerata Haram.
I cibi Haram sono, come già detto, assolutamente vietati, tra questi troviamo:
- carne di maiale;
- creature marine come: balene, squali, tartarughe, granchi, aragoste, astici, anguille, pesci spada, murene, rombi, razze, calamari, moscardini, seppie, scampi e frutti di mare;
- cani, conigli, elefanti e scimmie;
- rettili;
- uccelli: rapaci, pavoni, corvi e cornacchie;
- bevande alcoliche, come birra, vino e distillati vari.
Kosher
La parola ebraica “kosher” o “kasher” , significa conforme alla legge, adatto, consentito.
Le leggi della Torah stabiliscono regole alimentari ben precise che riguardano sia gli ingredienti ammessi sia le tecniche di lavorazione ed in particolare il modo in cui gli animali destinati alla tavola devono essere macellati.
La certificazione degli alimenti si ottiene a seguito di un iter di controllo da parte di un ente rabbinico specializzato. L’ente supervisiona la produzione di un alimento, verificando che sia conforme alle regoli alimentari ebraiche.
La supervisione si concentra su due aspetti:
- Gli impianti di lavorazione
- Gli ingredienti (tutti gli ingredienti e sotto ingredienti impiegati in un prodotto devono essere Kosher);
Un rappresentante del rabbino effettua frequenti e regolari visite nello stabilimento senza preavviso, allo scopo di verificare che non ci siano stati cambiamenti che possano compromettere il suo stato di kosher.
Di seguito vengono elencati i requisiti fondamentali dei prodotti kosher:
• Gli animali che possono essere consumati devono avere zoccoli divisi e devono essere ruminanti come la mucca, il vitello, la pecora, la capra etc.
• Gli animali devono essere macellati in conformità con le leggi ebraiche. Il rituale della macellazione degli animali ammessi, deve essere eseguito da un Rabbino competente che possiede la licenza fornita dalla Comunità Ebraica. La macellazione prevede l’uccisione dell’animale con un solo taglio alla gola eseguito con un coltello affilatissimo in modo da provocarne l’immediata morte ed il completo dissanguamento. Successivamente vengono esaminati gli organi interni dell’animale per controllare che non ci siano difetti o tracce di malattia che lo rendano impuro. Dopo la macellazione è necessario che tutto il sangue rimasto sia passato e lavato con acqua e sale per non meno di venti minuti e non più di un’ora. Invece il fegato, i polmoni e il cuore devono essere trattati direttamente sul fuoco;
• Gli unici prodotti di mare utilizzabili sono i pesci che possiedono squame e pinne; sono quindi banditi crostacei, seppie e affini.
Non possono essere consumati:
- animali con lo zoccolo o l’unghia fessa e che non sono ruminati;
- animali marini senza squame e senza pinne (non sono consentiti né crostacei né molluschi),
- uccelli rapaci e rettili;
- il sangue perché esso contiene la vitalità dell’animale (stesso divieto vale per le uova che hanno tracce di sangue).
- le membra tolte ad animali viventi e di mangiare il nervo sciatico.
- le carni non possono essere mangiate insieme con latte o derivati del latte: la Torah in ben tre passi raccomanda di non cuocere “il capretto nel latte di sua madre”.
Tale certificazione è applicabile ad una gran varietà di prodotti, dagli ingredienti da cucina come l’olio d’oliva ad alimenti confezionati, fino ai prodotti dietetici.
I simboli analizzati oggi sono specialmente rivolti a particolari categorie di consumatori che seguono una dieta rispettosa dell’ambiente, del mondo animale e religioso. Spero proprio che il mio articolo sia stato interessante, ci vediamo al prossimo capitolo!!!
Fonti:
– Regolamento (CE) n. 834/2007 del Consiglio
– Regolamento (CE) n. 889/2008 della Commissione
-Normativa Europea UNI EN ISO 14021