“Il cibo trova sempre coloro che amano cucinare! “

Ratatouille-Film Disney

Arancione – I colori di Agosto


Eccoci nel penultimo colore: l’Arancione! Questo gruppo è costituito esclusivamente da frutta dolce e rinfrescante, i protagonisti sono melone e pesca.

Agosto è un mese ricco di prodotti vegetali gustosi e colorati, tanto da creare i colori dell’arcobaleno. Il Bianco è stato il primo colore descritto, in questo club sono presenti aglio e cipolla. Nel secondo colore, il Viola, vengono approfonditi: fico, melanzana e susina. Il Verde, ci ha fornito nozioni su cetriolo, insalata e pera. Mais, patata e peperone hanno predominato la scena nell’articolo precedente: il Giallo.

Arancione

Questa volta sarà facile ammaliarvi con sapori dolci, setosi e avvolgenti, perché in questo gruppo troviamo esclusivamente frutta, probabilmente la più consumata nel periodo estivo: melone e pesca.

Perché questi frutti sono di colore arancione?

Il colore deriva dalla presenza di carotenoidi, in particolare, da altissime quantità di beta-carotene. Una sostanza che svolge una potente azione antiossidante e provitaminica

Melone

Il melone (Cucumis melo) o popone è una pianta annua rampicante della famiglia Cucurbitaceae. Il termine melone indica sia il frutto che la pianta stessa, a seconda dei contesti in cui viene utilizzato. È largamente coltivata per i suoi frutti commestibili, dolci e profumati.

È una pianta erbacea strisciante o rampicante, annuale. Il fusto, ricco di peluria, è ramificato con cirri; le foglie sono alterne, opposte ai cirri, lobate e cordate alla base, lunghe più di dieci centimetri, quanto il loro picciolo. I fiori sono generalmente unisessuali (sessi separati su due fiori distinti), portati dalla stessa pianta (pianta monoica, mentre le piante dioiche portano i fiori maschili e femminili in due piante separate). Il frutto del melone è voluminoso, di forma ovale o tondeggiante e il colore della buccia può variare da un giallo pallido ai toni del verde. La polpa varia dal bianco all’arancione ed è succosa e molto profumata quando raggiunge la maturazione.

Varietà di melone

Le cultivar di melone sono innumerevoli, ma non tutti sanno che, i meloni sono distinti in funzione del consumo alimentare: “frutto” o “ortaggio”.

I più noti sono i meloni intesi come frutto, in questa categoria si distinguono:

melone arancione
Tipologie melone
  • melone cantalupo con pericarpo liscio e polpa tipicamente arancione;
  • melone retato la sua buccia è caratterizzata da una fitta rete di reticoli ed è di colore chiaro. La polpa, dal gusto dolce e dissetante è di colore arancione;
  • melone liscio con appunto buccia liscia e polpa arancione;
  • melone sardo con buccia rugosa e di colore verde maculato, così come la polpa bianca con sfumature verdastre;
  • melone verde o honeydew con alto grado zuccherino, specie invernale, buccia color crema e interno verde brillante;
  • meloni gialli, tipologia invernale, facilmente distinguibili per la polpa tipicamente giallognola e per il pericarpo giallo e liscio.

I meloni “ortaggio” vengono raccolti prima della maturazione:

meloni arancione
Meloni ortaggio.
  • esistono meloni amari (gruppo momordica), sfruttati per le loro proprietà medicamentose, perché miniera di vitamine antiossidanti;
  • meloni serpente o tortarello, utilizzati in insalate come i cetrioli;
  • carosello e barattiere, meloni pugliesi, sono due ecotipi di Cucumis melo di cui si consuma il frutto immaturo, dall’aspetto e dal sapore molto simili al più neutro cetriolo. Entrambi vengono utilizzati prevalentemente come verdura

Curiosità

In passato, si sconsigliava il consumo di melone perché era in voga la credenza secondo cui questo frutto potrebbe “sminuire il seme genitale”; ancora, all’epoca, c’era chi considerava il melone un frutto nocivo, imputato per la morte di alcuni imperatori. Attualmente, il consumo di meloni è sconsigliato solamente ai diabetici e a tutte le persone che lamentano disturbi gastrici e difficoltà digestive: di certo, il melone non è nocivo, né tantomeno sminuisce il seme genitale!

Proprietà nutrizionali

Il melone rientra tra i frutti più dolci e dissetanti in assoluto. La sua componente principale è l’acqua che supera spesso il 90%, la quantità zuccherina supera il 13%, al di sotto del 10-11% di zuccheri, il melone viene talvolta definito di scarsa qualità. Inoltre, troviamo una minima quantità di fibre, proteine e grassi, oguna riscontabile al di sotto dell’1%.

Il melone è ricco di antiossidanti e sali minerali analizziamo i principali:

  • beta-carotene: precursore della Vitamina A, ha la proprietà di contrastare l’azione dei radicali liberi in quanto è dotata di una forte attività antiossidante;
  • potassio: questo minerale si occupa di vari processi vitali come la trasmissione degli impulsi nervosi, la contrazione muscolare ed è in grado di ridurre la pressione arteriosa;
  • Vit. C: sostanza che presenta una forte attività antiossidante, proteggendo dai danni provocati dai radicali liberi e quindi dall’invecchiamento. Stimola anche il sistema immunitario e protegge da stati influenzali e raffreddore.
  • folati: rappresentano i precursori dell’acido folico (o vitamina B9), una vitamina fondamentale per numerose funzioni cellulari e indispensabile la corretta funzione cerebrale.

Grazie a questi componenti le proprietà del melone sono moltepilici:

  • alimento antiossidante;
  • consigliato per gli amanti delle abbronzature, in quanto stimola la produzione di melanina favorendo abbronzatura,
  • depurativo e diuretico,
  • proprietà lenitive utilizzate in cosmesi.

Coltivazione: il seme inizia a germinare sopra ai 24 gradi e ama un clima intorno ai 30 gradi, sotto i 14 gradi avviene una stasi vegetativa fino ad inibire la crescita. La semina può avvenire: in semenzaio tra marzo e aprile, trapiantando a fine aprile quando le temperature sono calde, i semi di melone si possono mettere direttamente a dimora in postarelle, facendo una buchetta dove si collocano 3-4 semi, si diraderà successivamente lasciando solo le due piantine migliori. Si semina tra metà aprile e maggio, o in sesto di impianto.

Raccolta: in genere il periodo va da giugno a settembre, ma questo dipende dalla varietà, per esempio quello invernale fino a dicembre. Il colore della buccia è utile a capire se il melone è pronto per la raccolta, quando il melone sta per maturare perde il colore verde e diventa giallo, ocra o marroncino (dipende dalla varietà). Anche l’odore può essere utile, perché se il profumo è intenso il frutto è pronto. Inoltre, quando è maturo si stacca da solo, basta una piccola torsione all’attacco del frutto alla pianta.

Conservazione: in frigo si conserva per 10 giorni.

Pesca

Pesco – Credits: lepiantedafrutto

Il pesco (Prunus persica) è una specie della famiglia Rosaceae che produce un frutto commestibile chiamato pèsca.

Ne esistono diversi tipi, che differiscono per dimensioni, adesione del nocciolo alla polpa, colore della pasta, colore della buccia e presenza superficiale di peluria. Dal punto di vista botanico, le pesche sono drupe carnose, avvolte da un esocarpo (buccia) che può essere liscio o provvisto di peluria, arancione, rosso o sfumato in giallo o bianco, o ancora totalmente giallo. La porzione intermedia (mesocarpo) è carnosa, color bianco, giallo o rosso, ed ha una consistenza differente in base alle varietà. Il “cuore” (che noi tutti chiamiamo seme) è detto endocarpo; ha consistenza legnosa, superficie irregolare e contiene un singolo seme (vero frutto). Anche il nocciolo della pesca racchiude un glicoside: l’amigdalina. Questo glucoside è cianogenico, ovvero capace di liberare acido cianidrico tossico per il nostro organismo. .

Varietà

Tipologie di pesche: Gialla, Bianca, Noce, Percoca, Merendella, Saturnina

  • “Pesca gialla”: polpa succosa e profumata, con nocciolo libero, o meno, e pelle vellutata;
  • “Pesca bianca”: polpa bianca e filamentosa, con nocciolo aderente o meno;
  • “Pescanoce” o “nocepesca”, oppure “nettarina”: sia a polpa gialla, sia a polpa bianca, dalla pelle liscia e rossastra, con nocciolo libero, o meno;
  • “Percoca”: pesca da industria, idonea alla trasformazione.
  • “Merendella”: pelle liscia e colore bianco-verde, con polpa aderente al nocciolo, diffusa in Sicilia e soprattutto in Calabria, in particolare nella fascia ionica catanzarese.
  • “Pesca saturnina” o “Pesca tabacchiera” o “platicarpa”: forma schiacciata, sapore intenso.

Nonostante il pesco sia coltivato soprattutto per il frutto, alcune varietà sono notevoli per la bellezza della loro fioritura, con petali rosa di buona dimensione.

Per utilizzo come pianta decorativa sono stati inoltre selezionati peschi che sono notevoli solo per la loro fioritura (detti peschi da fiore), usati per decorare giardini. In tal caso la produzione di frutta è scadente o irrilevante.

Proprietà nutrizionali

Le pesche forniscono un apporto energetico tipicamente moderato. Principalmente costituite da acqua 90%, le calorie sono fornite essenzialmente dal fruttosio, mentre proteine  e lipidi risultano pressoché marginali.

Tuttavia, un abuso eccessivo di pesche può avere ripercussioni sulla glicemia.

Contengono:

  • una buona dose di fibre, purché vengano consumate con la buccia; in assenza di quest’ultima, la quantità si dimezza;
  • buon quantitativo di potassio, minerale indicato per chi soffre di pressione alta in quanto equilibra la pressione, abbassandola e contrasta laritenzione idrica;
  • magnesio che interviene nella trasmissione degli impulsi nervosi e nella contrattilità muscolare, rilassando la muscolatura;
  • fonte di Vitamina C, contrasta i danni dei radicali liberi grazie alla sua potente azione antiossidante e stimola le difese immunitarie;
  • Beta-carotene: si tratta di un pigmento naturale che conferisce la colorazione giallo-arancione alle pesche. Ha una potente azione antiossidante. Dal beta-carotene nel nostro organismo viene prodotta la Vitamina A o Retinolo che interviene nei processi di crescita e riparazione cellulare ed è fondamentale per la funzione visiva, prevenendo la degenerazione maculare;
  • Luteina e zeaxantina: queste due sostanze sono carotenoidi ad azione antiossidante che proteggono gli occhi dalle radiazioni luminose, in quanto si trovano all’interno della retina.

Coltivazione: si parte generalmente da un alberello di uno o due anni, acquistato da un vivaista e già opportunamente innestato. La giusta distanza tra alberi di pesco varia dalla varietà piantata, in particolare dal portainnesto. Generalmente le distanze da mantenere sono di 3-4 metri tra una pianta e l’altra sulla fila e di 6-7 metri tra le file. Questo è valido nel caso di impianto di un frutteto.

Il pesco è una specie autofertile, che non richiede tassativamente nel frutteto la presenza di diverse varietà come impollinatori. Il ruolo degli insetti pronubi come le api e i bombi è fondamentale per assicurare la fecondazione, e quindi l’allegagione dei frutti.

Raccolta:  se coltivato dal nocciolo dopo 3 o 4 inizia a fruttificare. Tuttavia, la maggior parte dei giardinieri preferisce acquistare alberelli dai vivai o dalle aziende agricole piuttosto che cercare di sviluppare una piantina piccola e fragile. Gli alberi di pesco provenienti dai vivai o dalle aziende agricole in genere producono frutti in 1 o 2 anni. Indicativamente il periodo di raccolta è tra i primi di luglio e fine settembre. Il colore è un ottimo indicatore di maturità. Le pesche sono mature quando il colore di fondo del frutto cambia da verde a completamente giallo.

Conservazione: possono essere conservate in frigo per 6/7 giorni. Altrimenti viene impiegata per marmellate, succhi di frutta, pesche sciroppate, frutta disidrata, ovviamente, non tutte le pesche si prestano ugualmente alle medesime lavorazioni, per cui ogni varietà è adatta a precise lavorazioni.

Curiosità

Il pesco è un albero originario della Cina, dove fu considerato simbolo d’immortalità, perché protegge e preserva il corpo dalle malattie, mentre nell’antico Egitto era il frutto sacro di Arpocrate, dio del silenzio e dell’infanzia: per questo ancora oggi le guance dei bambini sono paragonate alla pesca. L’albero del pesco è considerato dai giapponesi protettore dalle forze malefiche e associato agli esorcismi tanto che il suo legno viene impiegato nella costruzione di mobili che proteggono la casa e la famiglia dai fantasmi. Anche in Europa le tradizioni popolari si focalizzano sulle proprietà curative dell’albero di pesco: i guaritori lo utilizzavano, infatti, in riti che trasferivano il male dal paziente alla pianta.

Se vi interessate invece di interpretazione dei sogni sappiate che le pesche preannunciano un periodo gioioso, caratterizzato da una relazione amorosa pura e sincera, attenzione però all’albero: se è rinsecchito o privo di frutti potrebbe annunciare un amore non corrisposto.

Fonti:

Cucumis Melo, Wikipedia

– David H. Byrne ,Maria Bassols Raseira ,Daniele Bassi ,Maria Claudia Piagnani ,Ksenija Gasic ,Gregory L. Reighard ,Maria Angeles Moreno, Salvator Perez, Peach, Fruit Breeding, 2011, 505-569

– Michel Pitrat, Melon, Vegetables I, 2008, 283–315

– Prunus Persica, Wikipedia.